Le vacanze dei Millennials nel 2016 sono state all’insegna di… Pokémon GO!
Può un semplice videogioco influire sulla vita delle persone così tanto da arrivare a modificare le abitudini di viaggio? Se il gioco è Pokémon GO, evidentemente si, stando alle indagini effettuate da un sito di hotel che ha visto variare in modo consistente le destinazioni delle vacanze quest’anno, anno di uscita di Pokémon GO, appunto.
Che questo gioco sia stato un fenomeno di massa nel mese di Luglio lo sappiamo ormai tutti, anche grazie ai telegiornali (che però spesso lo denigravano, piuttosto che rappresentarlo per quello che è…) ma che fosse così radicato nella mente dei Millennials forse non ce lo immaginavamo.
Sebbene, infatti, i Pokémon siano al momento solo 150 e sia possibile catturarli tutti (a parte i 6 non catturabili) anche nel nostro paese, visto che i quattro Pokémon che si trovano solo in certi continenti sono comunque ottenibili attraverso le uova, per giocare ci vogliono le risorse. Queste risorse nel gioco si trovano sempre nei pressi di monumenti importanti, ed è chiaro che New York o Londra, come del resto Roma o Firenze, ne abbiano di più rispetto a località turistiche magari gettonate per i giovani (penso alla costa romagnola) ma meno ricca di monumenti.
Nel momento della scelta della destinazione, quindi, Pokémon GO è stato determinante nel far virare l’ago della bilancia verso le città d’arte: il grande numero di Pokémon che si possono trovare, unito ai Pokéstop (i monumenti presso i quali si raccolgono le risorse) e alle palestre dove competere con gli altri giocatori (a proposito… dal sondaggio emerge che i giocatori preferiscono un Hotel nei pressi di una palestra Pokémon che un hotel che abbia la vera palestra!) ne fa una meta molto ambita.
È per questi motivi che a volte sono stati gli stessi alberghi a pubblicizzare la presenza dei Pokéstop nei pressi delle strutture, e in certi casi anche ad attivare le esche (in Italia non lo ha fatto un albergo ma un supermercato, Carrefour) che permettono di catturare più Pokémon in un punto ben preciso. Questo per offrire un servizio ulteriore che ha attirato molti più turisti in questo periodo.
Tutto questo per una tendenza che non solo i Millennials, diretti interessati, hanno apprezzato, ma hanno anche lodato: dovendosi avvicinare ai monumenti per prendere gli oggetti, è arrivata la curiosità di sapere anche che cosa fossero quei monumenti, insomma di approfondire la conoscenza, in un modo che ha reso le esplorazioni delle città molto diverse rispetto a quanto avveniva in precedenza.
Insomma, potrà essere un gioco ma ha anche una funzione importante nel cambiare le abitudini dei ragazzi e, soprattutto, nel valorizzare la cultura, grazie alla scelta di mettere i punti di interesse nei pressi di monumenti importanti.
Certo, ha ancora molti difetti (ad esempio, molti giocano mentre stanno guidando, e questo è pericoloso) ma se visto nell’insieme un fenomeno del genere ha i suoi aspetti positivi, che possono essere anche importanti per il futuro dei ragazzi: abbiamo sentito ben poche volte che un videogioco di grande impatto avesse una funzione culturale, e stavolta che ci siamo vicini sarebbe bello che non venisse persa.