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Critica ai Millennials: l’attacco di Toscani ai giovani della generazione Y

Parole dure e di critica ai Millennials da parte di Oliviero Toscani, il noto fotografo milanese, che non si risparmia nei termini  e inveisce contro una generazione che, parafrasando le parole volgari utilizzate, non serve a nulla, pur non essendo colpa loro. E così, dopo le accuse altrettanto feroci della Fornero che li definiva bamboccioni, di John Elkann e di Padoa Schioppa, la domanda è: ma possibile che siano tutti d’accordo nell’affermare che i giovani attualmente tra i 16 e i 30 anni siano solo dei buoni a nulla?

Perché la critica ai Millennials è così generalizzata

Per capire il modo di vivere di questa generazione è necessario compiere un passo indietro e considerare il background culturale e formativo nel quale questi giovani sono nati e cresciuti. Se la generazione dei loro padri e nonni ancora viveva dei ricordi della guerra o del periodo immediatamente successivo, la generazione Y invece è nata in anni di grande prosperità, benessere e purtroppo sfrenato consumismo. Ciò che ha segnato in modo drastico la loro esistenza però è stata la forte crisi economica mondiale cominciata nel 2008/2009: evento che non li ha lasciati indenni anzi li ha completamente spiazzati e trovati forse inadeguati ad affrontare la situazione.

Il momento di crisi attraversato non è solo da un punto di vista economico e finanziario. Secondo il parere di Gustavo Charmet, psichiatra e docente nonché uno dei più grandi studiosi di questo fenomeno giovanile, la crisi è stata anche individuale e della persona. Si sono persi i cosiddetti luoghi della speranza, dove l’aggregazione era reale e tutti erano operativi e coinvolti: i partiti, l’oratorio, il sindacato, l’associazione. È il tempo dell’individualismo e dell’alienazione, della disgregazione delle famiglie e della perdita del ruolo cruciale della scuola e dell’insegnamento, soprattutto morale e di vita.

Secondo un’indagine del Washington Post però la spinta e la volontà di cambiamento arriva proprio dai Millennials che, in diversi sondaggi condotti negli Stati Uniti, hanno mostrato di preferire una nuova forma di socialismo al sistema capitalistico, un nuovo e diverso equilibrio tra il singolo e la comunità. A questo si aggiunge anche la considerazione che i Millennials sono più attenti alle tematiche sociali, ambientali e alle iniziative solidali e che tra i loro desideri principali spicca una forte determinazione ad un cambio generazionale che sia in grado di stravolgere anche gli attuali status quo economici, sociali e politici.