Facoltà di medicina: i dati occupazionali da record
La scelta dell’università è un momento molto delicato, perché si hanno sempre mille dubbi sulle opportunità dopo il titolo e sul livello di soddisfazione dell’indirizzo scelto. Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo, chi decide di iscriversi a medicina può stare tranquillo perché i dati occupazionali parlano di cifre da record e se guardiamo anche al livello di soddisfazione del percorso scelto, ci aggiriamo intorno all’80%. Si potrebbe quindi dire che è la scelta con le maggiori garanzie e i dati sulla partecipazione ai test d’accesso, confermano che c’è sempre una maggiore attenzione per la facoltà di medicina. Nel 2021 gli iscritti al test di ammissione sono stati 63.972 per 13.336 posti a bando e, complice anche la pandemia, sono sempre di più le persone che scelgono le professioni sanitarie, viste ormai come attività indispensabili, remunerative e utili al paese, anche se il COVID-19 ne ha sottolineato le enormi carenze a livello pubblico.
Con il PNRR la situazione dovrebbe essere ancora più rosea perché ci saranno più posti di lavoro e una nuova redistribuzione a livello locale dei servizi di medicina di base. Si tratta di un progetto molto ambizioso che, per potersi realizzare in tutte le sue potenzialità, dovrà assolutamente spingere su una nuova filosofia della medicina territoriale, attualmente ancorata a vecchi sistemi e senza un’incidenza positiva dimostrabile sulla salute del cittadino. Frequentare la facoltà di medicina è quindi sempre un buon investimento, anche perché apre a diversi scenari lavorativi, anche se il percorso non è così semplice e breve.
Facoltà di medicina: il percorso formativo
Per diventare medico bisogna conseguire la laurea in Medicina e Chirurgia e poi effettuare l’esame di abilitazione per poter svolgere la professione. Il corso di laurea dura 6 anni e, una volta iscritto all’albo, ci sono due strade principali da poter percorrere: svolgere il ruolo di sostituto per alcuni specialisti o lavorare per la guardia medica oppure proseguire gli studi con la specializzazione, che va dai 3 ai 5 anni a seconda dell’indirizzo scelto. Per accedere alle specializzazioni si deve superare un esame che mediante graduatoria basata sul punteggio, assegna i posti messi a bando dalle scuole di specializzazione d’Italia. Dopo aver conseguito la specializzazione si può aspirare, tramite concorso, ad un posto pubblico oppure proseguire la carriera in maniera autonoma.
Facoltà di medicina: gli sbocchi lavorativi
La specializzazione consente di esercitare la professione di specialista nelle strutture sanitarie del SSN o presso strutture private. Ci sono però anche altre opportunità che possono anche non essere strettamente legate allo svolgimento dell’attività ospedaliera. Si può ad esempio diventare dipendente di servizi pubblici come i corpi militari, le carceri, l’Inail, l’Inps o frequentare dei corsi di specializzazione post-laurea che permettono l’accesso a professioni legate al mondo della salute. Si può valutare ad esempio l’offerta formativa di un master in medicina estetica, perfetto per lavorare in cliniche private nelle quali si occupano del benessere e della bellezza. Il master si può frequentare anche in maniera telematica con università come Unicusano, seguendo le lezioni con la modalità e-learning.
Facoltà di medicina: i dati occupazionali
Secondo Almalaurea, l’ente che ogni anno fotografa la situazione dei laureati in Italia, a 5 anni dal titolo lavora il 93,4% di chi consegue la laurea in Medicina con uno stipendio medio di 1.788 euro. Dopo ancora qualche anno questi dati si avvicinano alla sorprendente cifra del 100%. La distanza dall’anno di conseguimento della laurea è determinata dal lungo periodo di specializzazione che prevede la professione.