Lavoro e Formazione

Gli studenti della scuola superiore non vogliono più la religione cattolica?

Stando ai dati del Miur, gli studenti della scuola superiore non vogliono più la religione cattolica tra le materie di insegnamento. I dati raccolti raccontano che il 21% degli studenti, circa 560mila, preferisce fare altro durante l’ora di religione. Nel caso in cui l’ora di religione sia stata piazzata in apertura o in chiusura della giornata scolastica, gli studenti preferiscono entrare più tardi o uscire prima da scuola. Se l’ora di religione invece è stata piazzata durante la giornata scolastica, gli studenti seguono le attività alternative che l’istituto organizza appositamente per loro oppure si dedicano allo studio in biblioteca o al recupero di qualche materia in cui si sentono poco sicuri. A quante pare, sarebbero soprattutto gli studenti del Nord a non volere più la religione cattolica a scuola, con una percentuale del 30,4%. Al Sud invece la religione cattolica sembra resistere ancora piuttosto bene, con una fuga di appena l’8,5% degli studenti.

Questo è il quadro che ci viene dipinto di dati statistici del Miur. Stando però a quanto afferma lo Snadir, il Sindacato Insegnanti di Religione, questi dati dovrebbero essere adeguatamente interpretati. Non racconterebbero infatti di giovani ragazzi che non vogliono seguire la religione cattolica e che non credono. Anche coloro che credono, come possono rinunciare ad un’ora del tutto vuota, senza impegni e responsabilità? Secondo lo Snadir infatti gli istituti scolastici preferiscono mettere l’ora di religione in fase di apertura o di chiusura della giornata, così da non dover garantire alcuna attività extra. I giovani di oggi, anche quelli che vorrebbero fare religione, non possono di certo rinunciare a qualche ora scolastica in meno, simbolo per loro di libertà, un’ora che possono trascorrere come vogliono, dormendo un po’ di più, bighellonando per la città con i loro amici, divertendosi insomma. Le attività alternativa non vengono offerte oppure se disponibili sono inoltre di scarsa qualità.

Lo Snadir ricorda che gli studenti che decidono di scegliere di frequentare l’ora di religione, oltre 7 milioni, si dicono più che soddisfatti e apprezzano questo insegnamento, anche coloro che non credono, un’ora in cui hanno la possibilità infatti di scoprire cosa sia la giustizia, la pace, la tolleranza e le basi della nostra società. Secondo lo Snadir il Miur dovrebbe allora prendere in considerazione la valenza antropologica dell’ora di religione, anziché fare affidamento su dei numeri che in questo caso forse non sono poi così importanti.


Di sicuro i dati del Miur gettano benzina su una discussione che è infuocata già da molti anni. Il rapporto tra religione cattolica e scuola è infatti sempre più instabile, e diventa problematico quando ci si avvicina al Natale, con le classiche polemiche sul presepe, sulle canzoni da far cantare ai bambini e ai ragazzi durante le recite scolastiche, senza dimenticare poi l’annosa questione del crocifisso a scuola. Per il momento queste questioni restano ferme, perché il Miur crede che questi siano simboli della nostra tradizione e della nostra cultura, simboli che non devono essere eliminati. Chissà però che cosa accadrà in futuro, quali saranno gli orizzonti per questi simboli così come per l’insegnamento della religione cattolica in aula.