Bellezza e benessere

I Millennials e lo Psicologo

Il mondo è cambiato e il rapido sviluppo della tecnologia sta cambiando il nostro modo di stare al mondo, nonché la nostra psicologia. Questo è particolarmente vero per chi è nato e cresciuto durante la rivoluzione di internet e dei social network, i così detti Millennials o generazione Y, abituati fin da piccoli all’uso delle tecnologie digitali e a vivere in una società sempre più globale.

Ma quali sono le differenze psicologiche, rispetto alle generazioni passate, difronte a problemi psico-sociali rilevanti quali: l’inserimento nel mondo degli adulti, il rapporto con i genitori e la gestione dei conflitti intra-psichici?

Ne abbiamo parlato con il Dott. Cosimo Santi, psicologo e psicoterapeuta a firenze, che definisce i Millennials come: “dotati di una capacità in più, un’innata e forte capacità di iniziativa, la capacità di porsi in modo autonomo una serie di problemi “esistenziali”, di allargare da soli il proprio orizzonte culturale grazie all’uso delle nuove tecnologie e resistere a certe condizioni avverse (come una famiglia di origine di vedute ristrette) riuscendo a emergere, anche se con grande fatica: fenomeno questo a cui è stato dato il nome di resilienza”.

Vediamo nello specifico alcune differenze psicologiche tra i Millennials e le precedenti generazioni che vale la pena di considerare nel dettaglio.

Inserimento nel mondo degli adulti.

Dal punto di vista psicologico, i Millennials avvertono l’esigenza di adattamenti di portata più ambia rispetto ai coetanei delle scorse generazioni. Sentono il bisogno di “fare i conti”, non solo con ciò che viene proposto dall’ambiente familiare o scolastico, ma anche di prendere posizioni rispetto ai grandi problemi che non li riguardano direttamente ma che sono presenti in altre parti del mondo, effetto questo della globalizzazione e della facile reperibilità di informazioni che influenzano il loro “orizzonte di vita”. Sentono di poter contribuire alla costruzione di un avvenire che non riguarda solo la loro persona ma l’intera società in cui vivono.

Rapporto con i genitori.

Come sappiamo, il rapporto con i genitori diventa difficile a partire dall’adolescenza perché prende avvio un processo di “individuazione” che si concretizza con la graduale conquista dell’indipendenza dalla famiglia, acquisendo cioè convinzioni, gusti, interessi e uno stile personale propri.

Se negli adolescenti delle scorse generazioni, il desiderio di indipendenza e i contrasti che ne derivavano erano limitati alla scelta degli amici, del partner, del tipo di studi o della futura professione, per i Millennials le cose si complicano. In loro il bisogno di indipendenza può estendersi anche a principi e valori, presentandosi come rivendicazione del diritto di esaminare criticamente quelli proposti dalla famiglia, ed eventualmente rifiutarli in nome di altri che appaiono più “universali”. Se la famiglia è di vedute ristrette e crea un senso di dissonanza e oppressione, può svilupparsi il desiderio di uscirne del tutto viaggiando anche in paesi lontani.

Gestione dei conflitti intra-psichici.

A partire dall’adolescenza, la vita diviene ricca di situazioni in cui si impongono scelte difficili: esprimere il proprio sé in modo coerente alla rappresentazione di ciò che si pensa di essere, rispondere con un certo atteggiamento al comportamento altrui, sono tutte situazioni che possono essere vissute come veri e propri conflitti interiori e influenzare le azioni che quotidianamente vengono messe in atto.

Anche i Millennials vivono questi conflitti ma, rispetto alle generazioni passate, possono viverne in modo molto intenso anche altri e questo perché sono più numerosi gli eventi, i temi e le ideologie di cui si può fare esperienza grazie a internet e ai social network.

I Millennials, ad esempio, riferiscono spesso di sentire il dovere di prendere delle posizioni personali riguardo a valori che sono stati presi come punti di riferimento stabili. Possono dunque andare in contro a veri e propri “dilemmi morali”, ossia situazioni psicologiche in cui si avverte che un proprio vantaggio è in conflitto con un interesse altrui o con quello della collettività.